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Tassa sugli extraprofitti delle banche: i rischi per gli investitori

Sara Silano*
Tassati gli extraprofitti delle banche SalvaDenaro

Settimana rovente per i titoli bancari dopo l’annuncio a sorpresa della tassa sugli extraprofitti, ovvero sui profitti straordinari delle banche derivati dal rapido rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (BCE) nell’ultimo anno. Martedi 8 agosto la reazione a Piazza Affari è stata una  pioggia di vendite con ribassi anche superiori al 10%. La Borsa si è poi ripresa dopo che il Governo  ha precisato che la nuova imposta non supererà lo 0,1% del totale dell’attivo degli istituti di credito.

Il prelievo fiscale sarà nella misura del 40%, non già dei ‘profitti in generale’, ma degli extra-profitti del 2022 e 2023

Come funziona

Lo spiega Piergiacomo Braganti, responsabile della ricerca macroeconomica di WisdomTree:

  • Va precisato che il prelievo fiscale del 40% non verrà effettuato sui  ‘profitti in generale’, ma ma sugli extra-profitti del 2022 e 2023. Per extra-profitti si intendono quelli maturati come ‘margine di interesse’, cioè quelli rappresentati dal differenziale tra interessi ‘passivi’ riconosciuti sui depositi e ‘interessi’ attivi pagati dai clienti sulle somme prese a prestito.
  • Saranno assoggettati alla ‘maggior imposta’ quei proventi che nel 2022 hanno superano di almeno il 3% quelli del 2021 e, per il 2023, di almeno il 6% quelli del 2022, con un limite del 25% del valore del patrimonio netto al 31.12.2022 e dello 0,1% del totale delle attività”.

Secondo i calcoli di Morningstar l’impatto sulle stime di consensus sui profitti 2023 sarà del 10% per Intesa Sanpaolo e del 6% per Unicredit, per BNP Paribas  e Credit Agricole, l’impatto dovrebbe essere inferiore al 2%.

Se la tassa rimarrà una tantum e non diventerà permanente non dovrebbero esserci conseguenze sul merito di credito .

Il Disegno di legge dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e successivamente convertito in Legge dal Parlamento entro 60 giorni. Insomma, la misura dovrà passare alle Camere, che riapriranno i primi di settembre dopo la pausa estiva, e quindi alcune cose potrebbero ancora cambiare.

Cosa pensano gli investitori

Gli investitori sono preoccupati sull’impatto che la  tassa  potrà avere sugli utili delle banche, perché la riduzione degli utili vuol dire riduzione dei rendimenti.

“Molti investitori vedono già le banche europee come istituzioni ‘semi-nazionalizzate’ e riteniamo che questo spieghi in gran parte il continuo forte sconto rispetto al mercato più ampio”, afferma Johann Scholtz, analista azionario di Morningstar che ricorda  anche alcuni episodi precedenti, come un’analoga imposta adottata in Spagna e il divieto di pagamento dei dividendi durante la pandemia di coronavirus.

*Caporedattore di Morningstar in Italia

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RIPRODUZIONE RISERVATA © 21 Agosto 2023

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