Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

I'd rather burn, Privata - C. F.

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view post Posted on 19/10/2023, 10:36
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La lettera di Caledon era appallottolata di malagrazia dentro la borsa di Sugar. La civetta che gliel'aveva recapitata quella mattina aveva un'aria arrogante che all'Auror non era piaciuta, ma non l'aveva beccata almeno. Aveva lasciato l'onore di tutte le sensazioni più spiacevoli a quella pergamena. Sugar aveva letto quella missiva senza espressione sul volto; si era chiesta come avesse potuto essere così stupida da dire a Caledon di rimanere per la notte e rischiare di mancare il suo appuntamento con un vero uomo. Invece di ritenersi l'essere più fortunato sulla faccia del pianeta, Caledon l'aveva lasciata sul letto, preferendo il suo giaciglio a Hogwarts a una notte con Sugar. Da quel momento in avanti, il nome di Caledon Fedoryen non esisteva più per lei. La riempiva di rabbia essersi lasciata accecare dalla lussuria in quel modo, specie per un babbuino come lui che ora aveva anche il coraggio di scriverle per ripetere l'esperienza. Il pensiero di Sugar si era fissato su Paul e sull'appuntamento che era stato meraviglioso nonostante tutto. Sugar aveva indossato il suo abito rosso quella sera e si era lisciata i capelli non avendo più tempo per arricciarseli, ma non era importato poi più di tanto. L'appuntamento era andato come previsto: una cena tranquilla, chiacchiere serene, complimenti per lei e nessuno che l'aveva afferrata come se fosse un oggetto. Sugar era stata trattata da vera regina per tutta la sera e, alla fine, era stata accompagnata sulla soglia di casa senza che nessuno pretendesse o si prendesse la libertà di entrare. Si era coricata nel suo letto da sola e si era addormentata qualche ora più tardi.
Quando i pensieri tumultuosi si erano trasformati in incubi, in cui Caledon rimaneva con lei per la notte.
Sugar era appena uscita dalla Sala Grande dopo un pranzo con Morgana. Aveva speso la mattina con le mansioni di volontariato per distrarsi e ora avrebbe fatto lo stesso con il pomeriggio. Inutile dire che non aveva degnato di un singolo sguardo il tavolo dei Corvonero, godendosi invece il tempo con l'amica a chiacchierare durante la pausa. Come se nulla fosse mai accaduto, perché Caledon Fedoryen era esattamente questo: il nulla.
Giunta alla capanna del Guardiacaccia, Sugar si sarebbe dedicata all'osservazione delle zucche per Halloween, parte della sua mansione pomeridiana. Aveva sempre adorato il mese di Ottobre per quel motivo, le maschere, la finta atmosfera macabra, l'arancione e il nero abbinati ovunque, i menù dei locali a tema... e ora avrebbe partecipato alle decorazioni per il castello. Per quella ragione, sarebbero stare assolutamente impeccabili e sulla bocca di tutti.
 
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Sugar Mandylion lo aveva ignorato. Lo aveva ignorato su tutta la linea, perché non solo non lo aveva degnato di uno sguardo durante il pranzo in Sala Grande, ma non si era neanche degnata di rispondere alla sua lettera. Lui l’aveva trovata lì, direttamente a Hogwarts, e se anche avesse condiviso con qualche compagno le esperienze passate con lei, nessuno gli avrebbe creduto a fronte del comportamento di lei.
Su Sugar Mandylion, lui avanzava pretese che lei non avrebbe mai accettato, come quella di non andare a letto con nessuno all’infuori di lui. Non era però così stupido da aspettarsi che lei rischiasse di compromettere la sua posizione al Castello familiarizzando apertamente con lui che, seppur all’ultimo anno, era pur sempre uno studente, come d'altra parte la divisa che indossava quel giorno palesava senza alcun dubbio. Quello, però, era troppo.
Ignorarlo in quel modo, come se lui non esistesse nemmeno, dopo che lui si era persino preso il disturbo di scriverle, non era qualcosa che Caledon Fedoryen intendeva accettare, che Sugar fosse d’accordo o meno. Dopo il pranzo, quindi, aveva congedato distrattamente i concasati e l’aveva seguita fuori dal castello, coprendo con ampie falcate il parco di Hogwarts per raggiungerla, dovunque quella stronza stesse andando.
Lo capì poco dopo, quando la guardò fermarsi nei pressi della capanna del guardiacaccia per osservare le zucche, forse per uno di quei lavoro di cui lei si occupava per Hogwarts o magari per farlo incazzare ancora di più, visto che dal pranzo aveva già dedicato più attenzioni a una stupida zucca che a lui. A una mezza dozzina di metri di distanza, lui sfoderò furioso la bacchetta.

Bombarda!

Avrebbe potuto castare qualsiasi altro incantesimo, magari uno che attirasse meno l’attenzione, persino un Diffindo sarebbe andato bene, ma non per la sua ira. Non poteva tollerare che lei lo ignorasse in quel modo, come se lui non fosse mai esistito e come se lui non l’avesse posseduta più volte tra i gemiti ben udibili da parte di entrambi. E visto che non era mai stato un asso a comunicare, lo avrebbe fatto attraverso la magia. Puntò quindi la bacchetta proprio sulla zucca che Sugar stava osservando, in modo che esplodesse e che la strega venisse insudiciata dalla polpa arancione mentre lui copriva rapidamente i metri che ancora li separavano.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 11:35
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- Protego. -

Con uno scatto, Sugar puntò la bacchetta davanti a sé in un riflesso da Auror. Appena in tempo per evitare di essere investita in pieno dall'esplosione della zucca che aveva appena scelto come la più bella tra la collezione del Guardiacaccia. Riuscì a scongiurare il peggio, anche se parte di quegli amabili resti si depose sul suo stivale scuro e le macchiarono l'orlo del trench bianco. Furente, Sugar si voltò, ben sapendo chi potesse essere l'unico idiota a osare tanto contro di lei. Caledon la fissava con pura rabbia negli occhi, e lei sapeva bene perché fosse per essere stato trattato alla stregua di una panca di legno in Sala Grande. Ottimo. Sugar gli riservò un'occhiata di superiorità e niente di più; ripulì i propri indumenti delle tracce della zucca e tenne la bacchetta stretta nella mano; sapeva che lui si stava avvicinando, e Sugar avrebbe potuto avere bisogno del suo catalizzatore molto presto per tenerlo a distanza.
Le sue dita formicolavano. E non all'idea di lanciare un Incantesimo.
No, non questa volta.

- Torna al castello, Fedoryen. - disse, disinteressata. - Non vorrai farti sorprendere dal Guardiacaccia a distruggere le sue zucche. -

È quello che sai fare meglio, dopotutto.
A una prima occhiata, non sembrava che il professor Lestrange si trovasse nella sua capanna. Probabilmente stava svolgendo una delle sue lezioni alle Serre di Erbologia, quindi Fedoryen era ancora in tempo per sparire. Sugar riportò gli occhi acquamarina su di lui, fredda.

- Dattela a gambe. Di nuovo. -

Un lieve sorriso; poi si voltò per ignorarlo ancora una volta e regalare tutta la sua attenzione alle zucche, decisamente più meritevoli della feccia Fedoryen.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 11:56
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– Di nuovo? Di nuovo?!

Caledon era fuori di sé: Sugar era riuscita a proteggersi in tempo e non grondava di polpa di zucca come lui aveva sperato per rimetterla al suo posto tanto per cominciare, e ora si permetteva persino di accusarlo di scappare. Lui. Calciò un pezzo della zucca che aveva fatto esplodere, poi avanzò fino a essere a meno di una manciata di centimetri dal suo volto, incurante della bacchetta sfoderata di lei. Le restituì invece uno sguardo truce dall’alto.

Io ti ho scritto e tu non hai avuto neanche il coraggio di guardarmi mentre pranzavi con la tua amichetta.

Le sibilò contro, con gli occhi spalancati dalla furia nel formulare ad alta voce com’erano andate le cose tra di loro, dopo che avevano persino dormito, dormito e basta insieme. Con una come lei, pergamena e inchiostro erano sprecati. Avrebbe voluto prenderla per la gola lì e farle male, tanto quanto lei lo stava facendo incazzare per l’ennesima volta, prendendosi gioco di lui. Non riusciva a ragionare, ma in fondo lo sapeva di non potersi permettere di arrivare a tanto in quel momento. Eppure, con lei, contenersi sembrava sempre così complicato. In qualsiasi frangente, su qualsiasi superficie si trovassero. Che fosse un campo pieno di stupide zucche o un materasso sfondato. Lei continuava a fargli perdere così facilmente il controllo, e lui la odiava.

– Congratulazioni, sei la prima Mandylion vigliacca della famiglia.

Non era mai stato abile con le parole e le mani che gli prudevano di rabbia in quel momento non erano che l’ennesimo sintomo di quella sua incapacità. Ma anche se nessuno dei due voleva ammetterlo, Sugar Mandylion e Caledon Fedoryen erano per certi versi così simili che lui sapeva che quella frase istintiva le avrebbe fatto male. E lui ne avrebbe goduto: con il dolore di lei avrebbe lenito il proprio. Era così che aveva sempre fatto.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 12:47
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Sugar si girò di nuovo verso di lui prima di riuscire a trattenersi, e lo investì con un'occhiata di rabbia. Non doveva permettersi di chiamarla vigliacca, non lei, non dopo che gli aveva dato la possibilità più unica che rara di rimanere nel suo letto per un'intera notte, e solo perché sembrava bravo a darle soddisfazione sessuale. Invece, Caledon era scappato, scartando quell'opportunità d'oro perché... cosa? Che gli era passato per la mente? Cosa poteva esserci di più importante di poterla avere per una notte intera? Sugar non era interessata a quella risposta, perché non ne esisteva una valida. Caledon aveva fatto la sua scelta e lei era passata oltre senza alcuna difficoltà. Diede un breve versetto di disgusto quando lui asserì di averle scritto; poteva immaginare il sudore sulla sua fronte davanti a tanta fatica dopo essersela data a gambe pochi giorni prima. Sostenne il suo sguardo rabbioso senza spostarsi di un millimetro; se credeva di farle paura con la sua stazza e i suoi occhi da psicopatico, si sbagliava di grosso.

- Oh, dovrei essere impressionata dal fatto che tu mi hai scritto due righe piene di insulti dopo essere sparito? - chiese, alzando un sopracciglio.

Forse Caledon si aspettava davvero che Sugar avrebbe passato il suo tempo a guardarlo con adorazione ogni volta che si incrociavano. La prospettiva le metteva voglia di ridere, un voglia che evaporò quando le diede della codarda. Dopo avergli chiesto di rimanere a casa sua, per l'intera notte. Dopo averlo chiesto a lui, nonostante un uomo migliore di lui la stesse aspettando altrove. Non riuscì a trattenersi e lo spinse via con un colpo secco sul petto, desiderando provocargli dolore.

- Va' a farti fottere, Fedoryen. Mammina ti aveva chiamato e tu sei corso come un pulcino ubbidiente? - chiese, canzonandolo.

Dentro di lei, però, non provava alcun divertimento, solo pura rabbia.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 13:28
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Era possibile che l’avesse insultata nel gufo senza rendersene conto? Sì, perché in fondo lo sapeva di non essere bravo con le parole, ma non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura. Si limitò ad incassare le sue sfilettate verbali, un po’ colto alla sprovvista che il suo sforzo di scriverle non avesse sortito l’effetto immaginato, mentre per lui era una gran cosa, visto che non rispondeva neanche ai gufi di sua madre o delle cariche scolastiche, né tantomeno ne scriveva di suo pugno a qualcuno. Persino Desmond, che era la cosa più vicina a un conoscente che Caledon avesse, preferiva beccarlo in giro da qualche parte senza concordare di vedersi. Incassò anche la sua spinta, che non lo smosse granché oltre a un passo indietro, ma che risvegliò in lui la scintilla di quello che gli provocava lei ogni volta che si toccavano, e che lei questa volta lo stesse picchiando invece di spingere i fianchi contro la sua erezione non faceva poi così tanta differenza per lui.
Quel risveglio gli permise di rispondere all’accusa di essere sparito che, a differenza della sua incapacità di linguaggio, non intendeva accettare con altrettanta facilità.

– Non sono sparito! Ti ho svegliata prima di andarmene e ti ho scritto!

Ribadì, non avendo ancora metabolizzato come evidentemente quella non fosse stata una gran cosa per Sugar. E forse nemmeno svegliarla con uno schiaffo sul sedere era stata la sua pensata migliore, ma lei non avrebbe potuto capire comunque. Lei non capiva cosa comportasse per lui averla davanti, cosa gli provocasse avere davanti un corpo come il suo.

– Non ci parlo nemmeno più con mia madre. C’era il coprifuoco, cazzo!

Continuò, frustrato di non riuscire a comunicare con lei e incazzato con lei che non riusciva a capire quello che per lui era ovvio, e che invece continuava a provocarlo, insultarlo e a farsi beffe di lui. Non era quello il gioco che voleva fare con lei. Strinse i pugni, amareggiato dalla piega che aveva preso quel loro nuovo scontro, quindi si fece di nuovo avanti e le prese il viso tra le mani per tenerla ferma e vicina a sé.

– Io ti voglio.

Ammise serio, cedendo alla disperazione furente in cui ogni volta lei riusciva a gettarlo. Quindi premette con forza le labbra sulle sue, sovrastandola, e cercando di comunicare nell’unico modo che fino a quel momento tra loro aveva quasi funzionato. La baciò più volte, scendendo poi a tenerla per le spalle nel timore che lei cercasse di sfuggirgli. Ma lui non poteva. Non poteva fare a meno di lei. La portò a indietreggiare fino a quando la schiena di lei non aderì al muro sul retro della capanna del guadiacaccia. L’ipotesi che il professore di Erbologia potesse uscire dalla porta sul retro da un momento all’altro non lo sfiorò nemmeno, perché la sua mente era già colma del corpo di lei finalmente vicino al suo. Di nuovo.

– Ti voglio.

Ripeté, questa volta a voce più basse, mentre riprendeva fiato dopo i baci rubati e provava incerto ad allentare la presa sulle spalle di Mandylion, come se si aspettasse che da un momento all’altro lei cercasse di divincolarsi e le sfuggisse via come lui non avrebbe potuto sopportare.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 14:09
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- Il coprifuoco! -

Sugar lo guardò con gli occhi allargati e l'espressione incredula, furibonda. Era stata bidonata e aveva dovuto rinunciare a una notte come quella che si era prospettata per il coprifuoco?! Caledon era davvero un codardo. All'idea di passare un'intera notte con lei, avrebbe dovuto essere pronto a infrangere trecento coprifuochi. Sugar non avrebbe accettato nulla di meno, specie da lui e per quello che le costava ammettere di essere attratta da Caledon Fedoryen. Invece, lui trattava la cosa come una sveltina che poteva avere tutti i giorni e se ne era tornato tranquillamente al castello per non infrangere il coprifuoco. Diamine, Dolus doveva farlo Caposcuola seduta stante! Fedoryen non sarebbe mai stato corrotto dal potere della tentazione e dalla lussuria, nemmeno da una come Sugar Mandylion. Nessuna carica scolastica poteva mai sperare di raggiungere l'integrità morale del Corvonero.

- IL COPRIFUOCO! -

Furibonda, Sugar gli tempestò il petto di pugni e non si fermò nemmeno quando lui le prese il viso tra le mani per baciarla. Tentò di ribellarsi, ma le sue labbra si spinsero contro quelle del Corvonero per istinto, gridando che era passato anche troppo tempo dall'ultima volta che si erano scontrate. Le sue dita si calmarono e si aprirono piano per racchiudere la divisa di Caledon in una presa leggera mentre lui continuava a baciarla. Sentì la schiena sbattere contro la capanna del Guardiacaccia e il corpo di Caledon troppo vicino a quello di lei. Lui si fermò appena per prendere fiato e Sugar si trovò a protendersi verso la sua bocca, stordita, incazzata, travolta da altre emozioni che non meritavano né nome né considerazione. Si costrinse a rimanere ferma a sua volta, senza spostarsi e senza alzare lo sguardo su di lui.

- Un'intera notte con me vale la rovina della tua carriera scolastica e della tua Casata, Fedoryen. - mormorò.

Quando si era svegliata in quel modo, Sugar aveva creduto che Caledon la stesse disturbando per ricominciare. Intontita dal sonno, non gli aveva dato retta fino a quando non aveva realizzato che lui non stava insistendo. Solo allora aveva aperto gli occhi per scoprire che Caledon era scomparso, lasciandola nuda e da sola nel letto. L'incredulità che lui fosse riuscito a compiere una cazzata del genere l'aveva tenuta seduta sul materasso sfondato fino a quando la rabbia non aveva avuto la meglio, e lei si era alzata per prepararsi alla perfezione e andarsene con un altro uomo.
Sugar si cancellò quell'espressione debole dalla faccia e alzò il mento con superiorità. No, quello che era accaduto non era stato che un inconveniente che non l'aveva nemmeno sfiorata.

- Sono andata all'appuntamento. La serata è stata incantevole e ho deciso che inviterò Paul a casa mia per una cena e per... il prossimo passo. - disse con voce leggera. - Lui se lo è meritato. -
 
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Mentre lei lo picchiava, lui la circondò con entrambe le braccia in quello che avrebbe potuto sembrare un abbraccio, ma che per lui era la gabbia in cui avrebbe voluto rinchiuderla per far sì che lei restasse con lui, smettesse di sfuggirgli e di frequentare altri uomini. Forse lo sapeva anche lei e forse lo stava picchiando anche per quello, ma lui continuò a baciarla e dopo poco iniziò a sentire come se il suo corpo stesse finalmente ritrovando la sua dimensione nello spazio. Quando lui cercò di riprendere fiato, lei rimase ferma e continuò a urlargli addosso, e lui per qualche secondo si portò una mano sulla nuca e si irrigidì come se stesse compiendo uno sforzo sovrumano, e in effetti, almeno in parte, era così. Perché, pur non essendo abile con le parole, Caledon sapeva di essere un ottimo mentitore. Aveva anni di esperienza fin da bambino, quando aveva dovuto nascondere alla madre tutti gli attentati contro Jelonek e Javier. Invece, quella che sputò fuori a fatica in quel momento, fu straordinariamente la verità.

– Sai chi è mio padre. Se mi faccio espellere da qui, finirò come lui. Non posso permetterlo.

Come al solito, non ci aveva riflettuto su. Aveva detto quello che gli era passato per la mente, senza censurarlo, e inavvertitamente sbandierando a Sugar quello che era da sempre forse il suo timore più grande: essere come suo padre, o essere anche lontanamente associato a lui. Chi più di Sugar Mandylion avrebbe potuto realmente comprenderlo e chi più lei, soprattutto, avrebbe potuto fare di quella confessione un’arma? Ma ormai era andata e lui, sempre d’istinto, cercò una sorta di rifugio tra le labbra di lei, come un mammifero che si divincolava dai tentacoli di un Tranello del Diavolo, finendone sempre di più preda.

– Ma è vero, una notte con te…

La baciò ancora, questa volta con meno prepotenza, ma con maggiore desiderio. Le prese una mano e la portò sul cavallo dei propri pantaloni, dove si percepiva già l’effetto folle che Sugar gli faceva. Dal suo punto di vista anche quella era una concessione che lui le faceva, perché il potere che lei aveva su di lui continuava a mandarlo in bestia, eppure fino a quel momento il desiderio era stato più forte. Poi lei la informò degli sviluppi della serata dopo che lui aveva lasciato il numero diciannove e il desiderio tornò ad essere tutt'uno con la rabbia.

– No.

La guardò negli occhi e si limitò a negare, prima di tornare a bloccarla contro il muro facendo pressione sulle sue spalle, e quindi la baciò e la morse, abbandonandosi finalmente all’istinto di farle male e di punirla per tutto ciò che lei gli stava facendo passare, per tutto ciò che lei intendeva fare senza di lui. Non accennò a fermarsi neanche quando lo scontro delle loro labbra venne dominato dal sapore metallico del sangue.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 15:35
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Sugar lo guardò negli occhi dopo le sue parole. Caledon non voleva diventare come suo padre, Sugar aveva sempre saputo quanto lo detestasse. Si era trovata a domandarsi come avesse fatto Caledon a diventare così, pieno di odio e quanto mai distante dalla figura di Jelonek Fedoryen, il padre con cui non condivideva nulla. Per lei era stato lo stesso con Zoeromeo, anche se se ne era andato quando Sugar era ancora piccola e non aveva fatto in tempo a rovinarle l'adolescenza. Non c'era nulla che lei non avrebbe fatto per evitare di finire come lui, così come valeva per Caledon e Jelonek. Anche a costo di saltare una notte con lei per paura del coprifuoco. Pur comprendendone il principio, la faceva imbestialire che lui fosse rimasto razionale di fronte a quella possibilità. Peggio ancora, lui era stato quello razionale e lei...
Assottigliò le labbra, senza rispondergli. Non voleva empatizzare e scusarlo, ma non infierì nemmeno. Caledon l'aveva avvolta con le braccia per impedirle di scappare e ora cercava di nuovo di baciarla. Sugar non dubitava che ciò che le avesse appena confessato fosse la verità, così come non dubitava che stesse anche cercando di suscitarle compassione per rientrare nelle sue grazie, in tutti i sensi. Difatti, poté sentire immediatamente gli effetti della loro vicinanza nel cavallo dei pantaloni di lui. Quel tocco cancellò per un momento tutti i suoi pensieri e Sugar non riscì a distogliere lo sguardo dal basso per interi secondi. Il respiro le si era fatto più corto sotto il cappotto bianco e il vestito grigio chiaro.
Vide un guizzo di rabbia negli occhi di Caledon e si ritrovò di nuovo spinta contro la capanna del Guardiacaccia per un bacio furioso. Sugar lo ricambiò, decisa a duellare a modo suo e ricambiare la sua ira con la propria. Gemette di dolore e frustrazione quando il sangue scivolò tra le loro labbra e lottò per scostarsi.

- Smettila di lasciarmi segni, stronzo! - sibilò.

Senza ripulirsi, Sugar lo attirò di nuovo a sé spingendosi contro il viso e lo baciò. Gli avvolse le spalle con le braccia, trovandosi ad avvolgergli i fianchi con le gambe, sorretta tra la capanna e il corpo di Caledon.

- Gli preparerò la cena. - bisbigliò sulle sue labbra. - Mi sfilerà il vestito e mi porterà nella camera da letto. -
 
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view post Posted on 19/10/2023, 16:13
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Nel tentativo di difendersi di fronte alla rabbia e alle offese di Sugar, Caledon Fedoryen aveva confessato l’inconfessabile e solo dopo, nella rigidità che seguì, lui riconobbe in sé la paura, che a un irragionevole sconsiderato come lui era quasi sconosciuta. Aveva già provato qualcosa di simile con Sugar, ma l’aveva sempre trasfigurata inconsciamente in rabbia: rabbia di poterla perdere, rabbia di non poterla riavere, rabbia che qualcun altro la toccasse al posto suo. Nei secondi in cui rimase impalato, invece, si sentì come se avesse scoperto per sbaglio un fianco, dopo aver consegnato lui stesso all’altra la spada con cui infilzarlo. Per alcuni attimi, quindi, attese il sangue e il dolore, e quando non arrivarono lui se ne stupì, ma non era tanto ingenuo da credere che Sugar Mandylion fosse misericordiosa. Sapeva, invece, che lei avrebbe usato quell’arma in un altro momento. Il colpo potenzialmente letale era stato solo rimandato.
Avrebbe voluto obliviarla, farle dimenticare quell’ultimo scambio. L’avrebbe fatto senza pensarci, se solo ne fosse stato in grado. E non si sarebbe fatto scrupoli neanche a cancellare ogni traccia di tutti gli altri uomini nella vita di Sugar. Con ogni probabilità si sarebbe spinto a ridurla poco più di un fantasma, pur di assicurarsi che fosse solo sua. Ma non poteva farlo, così continuò a riversarle addosso la rabbia di quell’impotenza, di quella fragilità solo accidentalmente accennata, e di quel desiderio che, qualsiasi cosa lui facesse, qualsiasi cosa le facesse, era come impossibile da soddisfare.
Lui, però, non avrebbe smesso di provarci.

[Continua qui.]
 
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view post Posted on 21/10/2023, 12:53
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[Continua da qui.]

Erano stesi sul terreno dell’orto del guardiacaccia l’uno di fianco all’altra, con il trench di lei sotto di loro che nel frattempo aveva cambiato colore, quasi fondendosi con l’umidità del terreno. Le zucche giganti tutte intorno rendevano quel loro scorcio forse caratteristico, ma non per Caledon Fedoryen. Lui aveva occhi solo per Sugar Mandylion. La guardò di profilo, scoprendo di non sentirsi vuoto e solo di fianco a qualcuno. Avevano litigato prima perché lei lo aveva ignorato a pranzo, poi perché lui se n’era andato da casa sua il sabato precedente, poi perché lui non era riuscito a reprimere l’oscurità che lo dilaniava dentro, e poi, però, Sugar sembrava anche averlo compreso, quando lui aveva accennato a suo padre, e lui si era rimesso in riga e aveva annuito alla strada che lei aveva tracciato per scongiurare che si perdessero. Quindi si erano ritrovati nel loro modo e ora, anche dopo l’orgasmo, Caledon scopriva di sentirsi ancora bene, come quando l’aveva baciata dopo aver parlato con lei e, incredibilmente, essersi compresi oltre le possessioni fisiche. Per lui quella era un’assoluta novità e rischiava di perdersi nel cielo azzurro che incombeva su di loro, pertanto mantenne lo sguardo su lei, la sua bussola. Era stato lei a correggerlo quando lui aveva sbagliato, e forse l’aveva persino perdonato. Comunque stessero le cose, era stata lei a tenerlo con i piedi per terra, le mani al loro posto e la furia di nuovo costretta da qualche parte dentro di lui. E Caledo ora… si fidava di lei. Ma non gli piaceva perdersi in quei pensieri, né aveva mai dimostrato di essere un grande comunicatore. Quindi puntò il gomito a terra, sollevò l’addome e la baciò un’ultima volta, prima di tornare in piedi e offrirgli la mano affinché lei lo seguisse.

– Se devi andare, ti accompagno ai cancelli.

La proposta gli uscì in un mugugno, perché lo spirito di iniziativa faceva parte del suo essere, ma di solito era sempre per qualcosa di molto fisico e, ora che il loro amplesso era terminato, lui si stava muovendo su un territorio inesplorato. Ma lui sapeva di non volersi ancora separare da lei, quindi si era fatto avanti nel suo solito modo assertivo di fare che, al tempo stesso, si rimetteva a lei. La mano ancora tesa che l’attendeva e, se lei avesse accettato, l’avrebbe condotta con sicurezza fino ai cinghiali alati non in una romantica camminata mano nella mano, ma nella stretta di chi era certo di non volerla lasciare andare e di desiderarla invece di fianco a sé.
 
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view post Posted on 21/10/2023, 15:04
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Quando la stanchezza e la foschia dell'estasi li ebbero lasciati, Sugar e Caledon recuperarono fiato tra le zucche del Guadiacaccia. L'Auror osservava il cielo senza in realtà vederlo, l'attenzione che veniva reclamata dal corpo di Caledon al suo fianco. L'ultimo scontro, di cui lei ancora ne portava traccia tra le gambe, le aveva trasmesso una sensazione diversa. Laddove prima si erano reclamati con solo, puro odio per dare sfogo a quell'attrazione surreale, Sugar ora lo aveva reclamato seguendo un altro istinto. Possessivo. Segreto. Era stato ancora più sbagliato, poiché la metteva di fronte a cose che non voleva affrontare né provare. Sopo aver accettato la mano di Caledon per alzarsi, Sugar si risistemò, ripulendo sé stessa e il suo cappotto con un tocco della bacchetta. Evitò lo sguardo blu di lui, sapendo che avrebbe rischiato di ricondurla su quella strada appena percorsa. Il suo corpo la stava già spingendo ad avvicinarsi a lui, e continuava a sentire il suo richiamo. Non aveva ancora dimenticato quello che era successo, e quella sensazione la facevano sentire... esposta. A rischio di provare cose che, dopo Morgenthal, aveva promesso a sé stessa di non sentire più. E, a peggiorare il tutto, quei pensieri vertevano su Caledon Fedoryen. Era stranamente naturale intrecciare le dita con lui, e fu più difficile di quanto desiderasse ammettere scivolare via con la mano quando intrapresero il sentiero più frequentato. Quando venne il momento di separarsi, Sugar lo guardò, senza sapere esattamente che cosa dire. La cosa più saggia da fare, per entrambi, sarebbe stato interrompere qualsiasi cosa stesse accadendo tra loro prima che fosse troppo tardi. Dopotutto, nulla era cambiato nel loro odio l'uno per l'altra, e nulla sarebbe mai cambiato. Le cose potevano solo peggiorare.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole le sfuggirono. Nemmeno un semplice Ci si vede, Fedoryen sembrava la cosa giusta in quel momento. Lo fissò per qualche attimo e poi si voltò per dirigersi ai Cancelli poco distanti, le dita che lui le aveva intrecciato che formicolavano. Da quel momento in avanti, Sugar si sarebbe imposta di non rimanere da sola con lui e di incontrarlo solo durante le occasioni sociali e pubbliche. Era la cosa più giusta e indolore per tutti, ovvero voltare pagina il prima possibile. Mentre si allontanava verso casa, quella riflessione sapeva già di menzogna.
 
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