29 giugno 2020 - 19:53

Grey Daze, un disco in memoria di Chester Bennington

È uscito il 26 giugno «Amends», il nuovo album della prima band del frontman dei Linkin Park. L’intervista al batterista e co-fondatore Sean Dowdell

di Arianna Ascione

Grey Daze, un disco in memoria di Chester Bennington
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Un disco per superare la morte improvvisa di un amico, e al tempo stesso per onorarne la memoria realizzando un suo sogno: a tre anni di distanza dalla scomparsa di Chester Bennington i Grey Daze, la band che il frontman dei Linkin Park ha fondato agli inizi degli anni Novanta, con «Amends» (nuovo album uscito il 26 giugno) sono riusciti a chiudere un cerchio. La prima parte della loro storia si era interrotta nel 1998, e Bennington avrebbe sempre voluto rimettere in piedi il progetto: «Io e Chester ne avevamo parlato, era il momento giusto. Nel 2017 avremmo dovuto fare il reunion show», ha raccontato il batterista e co-fondatore Sean Dowdell. In programma c'era anche un lavoro discografico: «Avevamo da parte oltre 30 canzoni. Abbiamo pensato: prendiamo le migliori, le registriamo e pubblichiamo un album che possa far capire ai fan qualcosa in più sulla band». Poi, quel maledetto 20 luglio, la notizia del suicidio ha lasciato tutti sotto shock: «Ci saremmo dovuti ritrovare per fare le prove soltanto alcuni giorni dopo. Quando è successo abbiamo messo tutto in un cassetto. Un giorno, sei mesi dopo, ho detto a mia moglie: “Voglio finire il disco”». Così i Grey Daze, dopo averne parlato con la vedova Talinda e i genitori di Chester, si sono rimessi al lavoro: «Tutti hanno capito quanto fosse importante per lui quando era vivo, sapevano quanto amava la band. Penso che non sia stato difficile darmi la loro benedizione, è stato un processo molto naturale». Registrare «Amends» però non è stato semplice a livello emotivo: come ha spiegato Dowdell in alcune tracce (in particolare «Morei Sky», «Soul Song» – che ha visto la partecipazione del figlio di Bennington, Jaime – e «Shouting Out») sembra quasi che il cantante, che aveva completato le linee vocali in vita, parli dall'aldilà. «Eravamo come fratelli – ha aggiunto – era un essere umano gentile, appassionato e sensibile. Ha sempre messo a disposizione tempo ed energie per aiutare gli altri: quando si parla di lui si dice solo che grande cantante è stato, ma questo aspetto – che a volte si perde un po' di vista – merita di essere ricordato».

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