| Le domeniche noiose, almeno di solito, Eleanor le riconosceva a naso, dalle babbucce sparite sotto il letto e le calzette irrecuperabili tra le lenzuola, da un barattolo di marmellata finito prima dell'ultima golosa fetta biscottata a colazione, dal cassetto che si incassava ogni volta che le servivano i registri in bottega, dalla prima mensola a sinistra del retrobottega che sembrava pendere più a destra del solito, da alcune colorazioni che sembravano sbiadirsi, dal tempo vago. Quel giorno, in effetti, si era svegliato stiracchiandosi incerto, crogiolandosi in un piumone troppo pesante per quel suo letto, pieno di nuvole assonnate, tanto distratte da impigliarsi tra i comignoli di Londra e tanto pigre da riuscire a ingrigire perfino il viavai sempre vivace e variopinto che occupava Diagon Alley, persistente anche quando le vie londinesi si riempivano di fitta nebbia, fatto di alti cappelli a punta e basse tube (ma anche viceversa, erano misteri della moda). La strega di Leeds aveva pensato, allora, di combattere quella noia domenicale assoldando due prodi: Morgana Celebrian e Sheldon Campbell erano accorsi per lei. La prima aveva negli occhi e intrecciata alle lunghe ciocche di capelli una fiamma bruciante di ardore, riuscita a controllare a stento per non ridurre tutto in fuoco e cenere, e un tale ardire che non avrebbe permesso a nulla e nessuno di impedirle alcunché (nulla vi era riuscito, e le cose sarebbero passate così alla storia), il secondo sarebbe andato in capo al mondo per Eleanor ed era, invece, andato perfino oltre, con la mente acuta e affilata da anni di studio, scovando tra righe di inchiostro ferme da anni una storia inedita che ancora non era neanche appartenuta a quel mondo, oscurata da un'altra erronea versione. Quando i due emersero dal retrobottega, trovarono la titolare di Scribbulus al bancone, lì come un'ora prima, circa immobile come in una di quelle fotografie babbane statiche che si vedono nei tomi (probabilmente la docente di Babbanologia avrebbe saputo cogliere il riferimento all'istante): ingabbiata nel suo Giorno Creativo, china su un mortaio malmesso per le tante piccole esplosioni subìte negli anni e mai confessate dalla sua aguzzina (un aspirante Pozionista non avrebbe mai dovuto saperlo), Eleanor stava pestando alcuni ingredienti di vario tipo, mescolava inchiostri e raffinava polveri, agitando la bacchetta sopra il mortaio sperando di ottenere l'esatta sfumatura che aveva in mente, proprio come si dona un ricordo a un Pensatoio. La strega di Leeds aveva sollevato il capo, curiosa di come procedesse il lavoro nella stanza accanto. Un attimo dopo, i grandi occhi rotondi si spalancarono per la sorpresa, come a voler inglobare le parole appena pronunciate da Sheldon. «Ho un passaggio segreto nel retrobottega?!». Abbandonò in un rumore sordo il mortaio sul bancone, svegliando il micio Dirac che si era appisolato sulle sue caviglie. «Devo assolutamente parlare con sir Turquoise ed esplorare questo nuovo spazio, che non avrei mai scoperto senza il vostro aiuto». Riflettendo ad alta voce, i suoi pensieri la condussero a posare lo sguardo sui due prodi che avevano affrontato per lei mille insidie, fino a ottenere un click. «Siete stati preziosi e davvero molto efficienti, vi sono grata per aver svolto al mio posto questo lavoro che… mi rendo conto solo ora di quanto tempo vi abbia sottratto. Grazie davvero». La curiosità di Eleanor era stata risvegliata dal breve resoconto dei due e, famelica, aspettava di ottenere di più, dai racconti promessi davanti a una tazza di tè. Ora gravitava tutta attorno al retrobottega e alla necessità di scoprire quel nuovo spazio e parlare con sir Turquoise. Inclinando il capo, provò a sbirciare oltre la porticina dietro il bancone e poi tornò a rivolgersi ai due. «Per ringraziarvi, come avevo anticipato nell'annuncio, vi prego di accettare una piccola ricompensa in galeoni. E il camicione è tuo, Sheldon. Spero non sia stato tutto solo terribilmente noioso». Si strinse nelle spalle con un sorriso, guardando i due e il camicione da artista macchiato da pasticci. Agitando la bacchetta in sorbo, fece levitare due sacchetti in cotone turchese, contenenti i galeoni di paga, e li posò sul bancone in legno rosato, davanti ai due, pronta a congedarli. Eleanor si era ricreduta su quella domenica che a naso le era parsa scialba e noiosa e sperava lo stesso potesse valere per Morgana e Sheldon: le nuvole avevano ripreso a scorrere più veloci in cielo, il viavai di Diagon Alley aveva raggiunto i livelli usuali di stravaganza e stramberia e il sole, riscossosi dal torpore iniziale, aveva superato lo zenit ed era ormai alto in mezzo al cielo turchese, di una sfumatura non molto dissimile da quella di sir Eluard Turquoise.
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