Un delicato sistema di equilibri e una raffinatezza tecnica che nasconde l’impianto elettrico: la lampada Tizio è un capolavoro da tavolo. Un piccolo monumento che da cinquant’anni popola le scrivanie degli spazi pubblici e privati; non solo di lavoro, ma anche quelli domestici, commerciali, di rappresentanza, dove l’oggetto esce dalla sua mera funzione per connotare un ambiente. Disegnata nel 1972 da Richard Sapper, designer tedesco ma milanese d’adozione, è uno degli oggetti che meglio sintetizza la poetica del maestro, integrando le raffinatezze tecniche e progettuali alla purezza compositiva. I bracci in alluminio, leggeri e snodati e la sagoma vagamente antropomorfa, che ricorda un fenicottero nero, costruiscono una presenza discreta ma raffinata, una di quelle lampade “sempre verdi”, amata dagli intenditori ma anche da chi di storia del design non ne sa nulla ed è semplicemente alla ricerca di una luce che si integri con lo spazio da arredare. La sua fortuna critica è una storia di tentativi di innumerevoli di imitazione e di un consenso unanime, che portano la Tizio nelle collezioni del MoMa di NewYork, nei manuali del design e sui set cinematografi.

lampada da tavolo tizio, richard sapper per artemidepinterest
Lampada da Tavolo Tizio, Richard Sapper per Artemide

Tizio nasce da una chiacchierata tra Ernesto Gismondi, designer, imprenditore e fondatore di Artemide, e Richard Sapper, il cui talento per creare oggetti che coniugano funzionalità ed estetica minimale si è mostrato al mondo con l’esperienza alla Brionvega, dove con il geniale collega Marco Zanuso ha dato vita ad alcuni capolavori del design italiano (del 1962 il Compasso d’Oro per il televisore Doney, con Marco Zanuso). Gismondi e Sapper invece, oltre al design, condividono la passione per la barca a vela. Proprio in una giornata di navigazione passata a parlare di progetti comuni, ragionano sul desiderio di produrre una lampada da tavolo con una fonte luminosa puntuale e facilmente orientabile, in particolar modo per i tavoli da disegno, dalla sorgente luminosa mobile e precisa; un oggetto senza complicazioni che convincesse non solo i progettisti, ma proprio tutti, da “Tizio a Caio a Sempronio”, come suggerisce Gismondi. Desiderano dunque arrivare a una lampada dalla forma semplice ma che garantisse la massima prestazione illuminante.

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Miro Zagnoli
Lampada da Tavolo Tizio, Richard Sapper per Artemide
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Miro Zagnoli
Lampada da Tavolo Tizio, Richard Sapper per Artemide

Un periodo di riflessione, dopo quella chiacchierata in barca a vela, ed ecco che Sapper si presenta a Gismondi con la Tizio, costruita su una base cilindrica, dove si colloca il trasformatore a bassa tensione, e due bracci snodati in metallo e giunti a pressione, che sono i conduttori della corrente della lampadina alogena a basso voltaggio. La Tizio non prevede quindi fili: sono i sottili binari di metallo ad alimentare la sorgente luminosa, che si possono muovere nello spazio anche con una sola mano, e orientare così la luce in modo agile e personalizzabile.

Sapper aveva studiato il delicato sistema di equilibri e contrappesi facendo le prove con dei barattoli di marmellata, che riempie o svuota d’acqua per trovare il giusto peso. Anche il peso del trasformatore ha un ponderato ruolo strutturale, garantendo la necessaria stabilità alla lampada da tavolo.

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Lampada da Tavolo Tizio, Richard Sapper per Artemide

La struttura apparentemente semplice, nasconde in realtà caratteristiche tecniche difficili da riprodurre; la Tizio si compone infatti di più di 100 singole parti, unite senza vite ma solo da semplici bottoni a pressione, come quelli dei vestiti: un espediente geniale per attutire i danni delle parti in caso di caduta.

La Tizio conosce subito ampia fortuna: è ancora oggi prodotta da Artemide, in alluminio verniciato nero o bianco. Sapper non ha mai accettato nessuna modifica tecnica, guardando con un certo orgoglio i tentativi di replica delle varie aziende; ha sempre difeso con Gismondi l’idea originale: “è importante che il progetto sia questo”, dichiarava. Alle critiche mosse per il rischio che la lampadina incandescente si avvicinasse troppo al tavolo, risponde aggiungendo un semplice accorgimento, una sottile bacchetta distanziatrice. Gismondi raccontava con soddisfazione la genesi di quel progetto nato sul mare, tra il vento e le onde: “è una lampada che nasce da due amici, perché per creare oggetti così bisogna essere principalmente amici”, dichiarava in un’intervista alla RAI.

L’immediatezza visiva delle lunghe braccia mobili che fendono lo spazio abitato e l’eleganza delle forme fanno della Tizio un oggetto che si inserisce negli ambienti discretamente ma che non può, allo stesso tempo, passare inosservato.

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Lampada da Tavolo Tizio, Richard Sapper per Artemide