Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Dragonstone, High Street n.19 - S. M.

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view post Posted on 22/10/2023, 10:36
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Finalmente sabato. Erano passate le undici da non più di qualche decina di minuti quando Caledon Fedoryen raggiunse l’uscio del cottage diciannove sulla High street di Hogsmeade. Aveva lasciato Hogwarts non appena i controlli della Dirigenza lo avevano permesso (ma dopo aver rubato un paio di fette di dolce dalla Sala Grande dopo la colazione) e, senza avvertire preventivamente Sugar Mandylion del suo arrivo perché tanto la comunicazione epistolare non faceva per loro e per non perdere tempo, lui aveva preferito assumersi il rischio della sorpresa.
Erano passati dei giorni lunghissimi da quando erano stati insieme l’ultima volta nell’orto del Guardiacaccia, nascosti dalle zucche e nella fretta di non essere scoperti. Ed era passata un’intera settimana, invece, da quando lui era stato lei ed erano riusciti a stare insieme più volte nell’abitazione di Hogsmeade, con meno fretta e con più calma, per quanto in realtà la calma non fosse qualcosa che calzasse loro neanche nella sicurezza del numero diciannove. Gli bruciava ancora non averla potuta prendere di nuovo nel dormiveglia per la necessità di rientrare al castello, così quel sabato era determinato a non sprecare neanche un minuto di tempo a sua disposizione.
Aveva imparato come lei fosse solita lasciare la porta aperta quando attendeva qualcuno e nel frattempo era impegnata in qualcos’altro, così Caledon varcò con facilità la soglia del numero diciannove e si richiuse la porta alle spalle. Sugar doveva aver compreso quanto lui la desiderasse e, quindi, aspettarsi il suo arrivo quel giorno. Lui, però, sperava di trovarla ancora addormentata e soprattutto sola. Meglio ancora se nuda. Quel solo pensiero gli spedì un fulmine di calore fino all’inguine, mentre lui saliva le scale per raggiungere la camera da letto al piano superiore. Il rischio di presentarsi senza avvertire comprendeva che lei fosse con qualcun altro (che lui NON avrebbe potuto picchiare o schiantare, per gli accordi che loro due avevano preso tra le zucche a Hogwarts, si ripetè mentalmente sui gradini) e probabilmente anche il doverla convincere a dedicare a lui e solo a lui le successive ore di quella giornata, senza fare altro. Lui avrebbe fatto del suo meglio per renderlo possibile: dopotutto, il weekend era fatto anche per rilassarsi e, anche se nei suoi piani non avrebbe lasciato Sugar molto riposo, in compenso contava di passare insieme delle ore particolarmente piacevoli. Per lo più senza vestiti.

– Mandylion. Sono Cal.

Esordì con voce tenue sulla soglia della sua camera da letto, per svegliarla se fosse stata ancora assopita, così da non spaventarla per l’arrivo non programmato. Non programmato esplicitamente, almeno, perché lui non aveva pensato ad altro da quando erano stati insieme nell’orto. Erano stati giorni lunghi e duri. Durissimi.

– È sabato e oggi sei mia.

Aggiunse, mentre si avvicinava e le sfiorava piano una caviglia. La rivendicazione di possesso non rientrava esattamente nei patti che avevano stipulato l’ultima volta che si erano visti, ma poteva dirsi già un miracolo che lui non l’avesse ancora legata a sé o avesse tentato di farle indossare una specie di cintura di castità per i giorni in cui loro non si vedevano, quindi era comunque un inizio. Non il migliore, ma il meglio che Caledon Fedoryen fosse riuscito a tenere a bada.
 
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view post Posted on 22/10/2023, 14:44
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Sugar si era messa a dipingere la sera prima e, prima che potesse accorgersene, si era fatta mattina. Era da un po' che non le succedeva, ed era stato meraviglioso rendersi conto che quello slancio fosse ancora dentro di lei. Il dipinto della città sul lago e delle colline intorno ora troneggiava nel suo studio come l'ultima delle sue creazioni che più le piacevano. Era riuscita a usare diverse sfumature di blu, solo di blu per quell'opera, senza ricorrere a nessun altro colore. Non era stata una scelta ragionata, aveva semplicemente cominciato a mescolare le tonalità sulla tavoletta e il resto era venuto da sé. Alla fine, Sugar si era coricata nel suo letto solo in mutande per concedersi un sonno profondo e rilassato, privo di sogni o incubi che fossero. Questo almeno fino a qundo Fedoryen non aveva fatto il suo ingresso. Sapeva che si sarebbe presentato non appena fosse arrivato il weekend, e per quel motivo aveva lasciato la porta aperta. Ovviamente, non lo avrebbe mai ammesso.
Ancora intontita dal sonno, Sugar mugolò al suo tocco e scostò le coperte dietro di lei, ordinandogli di infilarsi al suo fianco fino a quando non si fosse svegliata del tutto. Aveva fatto il possibile per non pensare a lui e al loro incontro nell'orto. Aveva dipinto, aveva lavorato sodo con tanto di straordinari al Quartier Generale, era andata a trovare Gawith riuscendo a sopportarlo per un'ora intera prima di scappare, si era allenata, aveva risposto alle lettere di Paul e aveva letto. Per la maggior parte del tempo aveva funzionato, e lei era riuscita a togliersi Caledon Fedoryen dalla testa. Ora, tuttavia, lui l'aveva sfiorata sulla caviglia e il suo corpo reclamava altre attenzioni, di quelle che lui riusciva egregiamente a darle.

- Togliti le scarpe. - mugolò nel dormiveglia.

Affondò la testa nel cuscino, attendendo di sentire quella di lui fare lo stesso. Li attendeva un lungo sabato dopo un'altrettanta lunga attesa, e Sugar intnedeva avere tutte le forze necessarie per recuperare il tempo speso a non pensarlo e a non desiderarlo.
 
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view post Posted on 22/10/2023, 15:52
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Sugar Mandylion mezza addormentata e nuda nel suo letto era una visione. Una di quelle su cui Caledon fantasticava prima di coricarsi, ma ancora meglio, perché ora era lì, era reale e sarebbe stata sua per le ore successive. Si prese un momento per osservarla ancora dalla soglia, innocente e quasi resa tenera dal sonno, ma anche maledettamente eccitante per le curve che si intravedevano sotto le coperte. Se avesse avuto il potere di legiferare, le avrebbe vietato l’uso dei vestiti nella sua abitazione privata (ma solo con lui come ospite). Fortunatamente non aveva quel tipo di potere, che quindi gli impediva in quelle occasioni di dare spazio al suo lato più possessivo e oscuro, con cui Sugar aveva già chiarito di non voler avere a che fare.
Era invece quell’innocenza che lei probabilmente non sapeva neanche di avere, lì tutta insonnolita nel letto, a farlo sentire bene, e non solo eccitato. Era del tutto un novizio a quella sensazione collaterale di benessere che gli aveva lasciato Sugar con il loro ultimo incontro nell’orto del Guardiacaccia a Hogwarts, e che andava oltre il piacere sessuale. Aveva pensato a Sugar così spesso nei giorni scorsi, e nei panni più peccaminosi, che aveva pensato sarebbe stato difficile trattenersi una volta giunto al numero diciannove, e invece si era limitato a sfiorarle la caviglia e a guardarla dalla porta, come un pervertito qualunque.

– Sì, signora!

Riuscì persino a sorridere all’ordine di lei, che eseguì immediatamente dopo aver abbandonato la colazione rubata da Hogwarts sul comodino di lei. Non diede però seguito all’altra richiesta, quella taciuta ma esplicitata dallo spostamento delle coperte, di accomodarsi al suo fianco nel letto. Caledon per quel buongiorno aveva altri piani.

– Arrivo tra un attimo.

[Continua qui.]

 
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view post Posted on 25/10/2023, 21:36
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[Continua da qui.]



Dopo quel nuovo rifiuto di Sugar, Caledon si abbassò su di lei e le morse piano il naso in segno di protesta alla decisione di non assaggiarlo neanche quella volta, poi però si buttò al suo fianco sul letto, dandosi finalmente modo di rilassarsi con lei dopo il sesso. Si trovavano nello studio di lei, un luogo che lui non aveva mai visitato prima e che per Sugar era molto privato, ma lei le aveva mostrato un dipinto blu che aveva ultimato quella notte e poi erano stati insieme anche lì. Era stato intenso, particolarmente intenso e ora, finalmente con la schiena sul materasso, lui tornava lentamente alla realtà mentre lei, come al solito, lo metteva in riga.

– Ma se sono stato bravissimo finora.

Sbuffò al commento di lei sullo stare più attenti, perché per lui invece riuscire a trattenersi e a non fare danni era motivo di orgoglio. Ma lei, del resto, non poteva comprendere fino in fondo quanto per lui il suo corpo fosse irresistibile. Si sistemò i boxer e si mise sul fianco per guardarla e le accarezzò l’addome trattenendo un sorriso. Era lì che si sarebbe trovato il “marmocchio” che lei proprio non voleva. E neanche lui, del resto: non pensava di aver mai fatto a qualcuno il torto di dargli la vita e di condannarlo come avevano fatto i suoi genitori con lui, probabilmente solo per riprendersi dall’aborto che avevano avuto prima di lui. Sugar, invece, gli sembrava troppo concentrata su se stessa per occuparsi di qualcun altro.

– Sai che penso…

Iniziò, pensieroso, mentre la osservava lì sul letto di fianco a lui e le accarezzava distrattamente i capelli. Era molto bella e persino in quei momenti continuava a mantenere il suo sguardo fiero e l’indole pungente, intransigente, diretta è fastidiosa. E Caledon la detestava e insieme stravedeva per lei.

– Che non è vero che hai altri uomini. Sei troppo stronza ed è pieno di senza palle: tu gli uomini li spaventi.

Concluse con la stessa espressione di chi sentiva di aver appena risolto un difficilissimo enigma: la vita personale di Sugar. Tenne per sé che per lui l’intimità di lei fosse troppo piccola e stretta, e che nel suo immaginario non avrebbe dovuto esserlo se lei avesse avuto rapporti frequenti con altri uomini. Non sarebbe stato elegante esprimersi in quel modo e lei lo avrebbe probabilmente preso a pugni, mentre era ora assolutamente convinto di ciò che le aveva detto: lei era sicuramente una bella ragazza e proveniva da una famiglia importante, ma non aveva un carattere affabile e lui ne conosceva a decine di ragazzi che si sarebbero sentiti intimiditi da lei o invidiosi della sua carriera piena e indipendente. Non lui, che invece era sempre stato attratto dal carattere forte di Sugar.

– Andiamo al Ballo insieme.

Lo disse di getto, ma senza esitazione, con il blu fisso nell’acquamarina. Quello era l’ennesimo rischio che Caledon si sarebbe assunto con lei e per lei. Nella migliore delle ipotesi, per lei sarebbe stato impressionante e nulla di più. Lui non sapeva nemmeno che differenza facesse nel concreto andare al ballo con qualcuno o vederlo direttamente lì, non sapeva neanche ballare ed escludeva che lui e Sugar fossero tipi da tenersi romanticamente per mano in pubblico. Ma in quel momento, con il ballo di Halloween alle porte, Caledon non si vedeva a invitare qualcuna che non fosse Sugar, dopo averci passato insieme gran parte del tempo libero delle ultime settimane, così, semplicemente, lo aveva fatto.
Non credeva cambiasse nulla tra di loro e lui non voleva che qualcosa cambiasse. Eppure andare insieme a un evento in cui sarebbero comunque stati presenti entrambi sembrava a lui quasi inevitabile.
Le lasciò andare i capelli e ritrasse il braccio per abbandonarselo sul fianco scoperto, e così attese il giudizio di Mandylion a quella proposta, che in realtà era stata formulata come un’affermazione su cui lui, in effetti, non aveva ragionato, e che eppure proprio per quello gli era sembrata la cosa giusta da dire in quel momento.
 
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view post Posted on 26/10/2023, 11:37
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- Non ho rapporti sessuali con altri uomini, per il momento. - rispose Sugar, neutrale.

Caledon non sembrava voler accettare quella prospettiva che, inevitabilmente, a un certo punto sarebbe arrivato Quello Giusto nella vita di Sugar. Punteggiava le loro conversazioni con interventi simili forse sperando di coglierla in fallo, scoprirla improvvisamente innamorata di lui, farle confessare che invece sì, un altro uomo c'era. E cosa sarebbe accaduto allora? Avrebbe di nuovo perso la testa? Sugar lo avrebbe affatturato questa volta, se così avesse osato. Era strano, comunque, che il Corvonero coltivasse quella certezza; lo aveva sentito dal suo corpo? Si era appostato a sua insaputa fuori dalla sua casa per controllare chi vi entrasse e uscisse? Per il bene della sua faccia, Sugar sperò vividamente di no.
Lo guardò, sospettosa e stringendo gli occhi acquamarina. Caledon non riusciva a godersi appieno il momento senza preoccuparsi per il tempo futuro che avrebbero passato insieme. Sugar non era mai certa che sarebbe accaduto, e quindi riusciva a sprofondare alla perfezione nella finestra temporale che li racchiudeva insieme. Ma lui...

- Spavento quelli immaturi che cercano una ragazzina invece di una donna. - rispose con una breve alzata di spalle. - Gli uomini normali non hanno paura. -

Parecchi esemplari maschili preferivano la fragilità di ragazze e donne insicure per poter affermare sé stessi, e quello era un tipo di uomo che a lei proprio non interessava attirare. Era sorpresa che Caledon non rientrasse in quella categoria, in realtà. Le sembrava abbastanza immaturo e squilibrato, ma non aveva avuto paura di lei. Continuava a cercarla e a toccarla, a voler passare del tempo con lei in un modo o nell'altro. Chissà se si sarebbe messo a piangere quando la sua prima, vera ragazza gli avrebbe chiesto un impegno serio.
Sugar parve assentarsi per un po', ma Caledon non ebbe problemi a riportarla sul pianeta terra con la bomba che le sganciò davanti. Pensò che stesse scherzando, che la stesse prendendo in giro, ma Caledon la stava guardando dritto negli occhi. No, non stava scherzando. Voleva varcare la soglia della Sala Grande al suo fianco, conversare e ballare con lei per l'intera serata, davanti a tutti. Come una coppia.
Sugar si mise a sedere, fissandolo con sopracciglia corrugate. Non le sembrava un argomento da affrontare da stesi l'uno accanto all'altra. Il sesso doveva avergli dato di volta il cervello dopo che troppo sangue gli era fluito tra le gambe, era chiaro.

- No. E mi sorprende che tu me lo chieda. - rispose alla fine, decisa. - Non eravamo d'accordo che questo... -

Accennò al letto e a loro.

- ... non significasse nulla? Non possiamo farci vedere insieme durante occasioni pubbliche. -

Pensò alla reazione dei suoi colleghi se si fosse mostrata con uno come Caledon Fedoryen. Pensò alla faccia di sua madre se l'avesse vista in compagnia di uno studente, figlio di un ex galeotto e di una futura galeotta. Rabbrividì d'orrore e dovette piegarsi in avanti per recuperare la vestaglia e mettersela, sentendosi improvvisamente esposta. Solo allora riuscì a girarsi su di lui e guardarlo.

- Quello che abbiamo mi piace così com'è, segreto e con una scadenza. Non rovinarlo, Caledon. -
 
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view post Posted on 26/10/2023, 15:07
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– È solo uno stupido ballo, Sugar.

Sdraiato sul letto, Caledon l’aveva osservata cambiare le sue coordinate spaziali e mettersi a sedere sul materasso, quindi farsi seria prima di rifiutarlo categoricamente, al punto che lui sentì il bisogno di sminuire quello che aveva proposto, sentendosi in difficoltà. Per lui era stato un passaggio logico naturale, quello di invitarla al ballo: non conosceva un’altra ragazza che lo intrigasse come Sugar e la sera del ballo avrebbe comunque cercato di approfittarne per passare del tempo insieme da soli a Hogwarts, per cui per lui non avrebbe fatto molta differenza andarci insieme. Sapeva che la posizione di Sugar fosse diversa dalla sua per le posizioni che lei ricopriva, ma capì quanto lei rifiutasse l’idea di farsi vedere pubblicamente con lui solo quando lei si infilò la vestaglia per coprirsi. Solo a quel punto lui comprese quanto fosse grande il rifiuto di lei e, ora privo della visione della pelle chiarissima di lei, lui quasi rischiò di andare nel panico. Si mise a sedere anche lui, incrociando le gambe sul letto, mentre ragionava in silenzio sulle parole che lei aveva pronunciato.
Si rese conto che, a differenza sua, lui non avesse già messo una scadenza a quello che avevano. Lo sapeva come possibilità, certo, ma non era ancora in grado di accettare di poterla perdere. Non era legato a lei sentimentalmente, ovvio, ma Sugar Mandylion lo faceva sentire bene quando erano a letto insieme, e lui la desiderava da morire. Non era qualcosa a cui voleva ancora rinunciare. Decide di tenere per sé quella nuova considerazione, perché sentiva di essersi scoperto troppo e di essere stato colto in fallo: avrebbe dovuto affrontare diversamente quel rapporto, e invece ci si era immerso completamente e senza remore, facendosi divorare dagli istinti. Fingere che non fosse mai avvenuto forse gli avrebbe concesso un po’ del terreno che aveva evidentemente perso, mentre non riuscì a non essere diretto con lei sull’altra faccenda, quella del segreto.

– Non mi piace quando mi ignori in pubblico. Che cos’è che ti imbarazza tanto? Siamo maggiorenni, sono lo studente migliore della scuola. Rivolgermi un saluto non vuol dire succhiarmelo.

Allargò le braccia e si strinse nelle spalle, ma si pentì subito di averle fatto quella domanda: non voleva più conoscere la risposta, forse perché in parte l’aveva già compresa da sé e l’aveva sempre saputo: del resto, lui e Sugar si erano sputati addosso odio e disgusto dall’inizio, solo che lui non la schifava più. O forse non l’aveva mai fatto. Per quanto la detestasse, una parte di lui la stimava per come lei appariva. Non ci sarebbe andato a letto se non fosse stato così, forse. Per lei doveva essere diverso. Si portò una mano sulla nuca.

– Segreto e con scadenza.

Dopo un po’, ripeté le parole di lei e annuì. L’accordo restava, ma a quel punto Caledon voleva rinegoziarne alcuni termini.

– Se mi faccio andare bene che mi ignori in pubblico, allora tu… dovrai accettare di farti punire quando ci vediamo in privato. E fare quello che dico, che piacerà anche a te. Ma sarò io ad avere il controllo.

Sugar lo stava confinando definitivamente all’unico spazio delle lenzuola, ma allora in quel campo lui si sarebbe preso maggiore controllo. Non ebbe problemi a dire ad alta voce che sarebbe piaciuto anche a lei, proprio perché sapeva che lei, invece, per orgoglio non sarebbe riuscita ad ammetterlo. Nel capire il corpo di lei non aveva avuto alcun problema. Quando invece cambiavano il contesto, lui continuava a perdersi, sempre preda di quegli istinti che gli facevano desiderare più di quanto avesse e, forse, di essere accettato anche fuori dalla segretezza. La guardò serio e allungò il braccio per stringerle la gamba all’altezza del polpaccio.
 
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view post Posted on 26/10/2023, 19:41
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Qualcosa parve infastidirla all'altezza del petto. Non derivava propriamente dalle parole di Caledon, anche se Sugar cominciò a sentirlo dopo aver udito la sua voce (e il suo tono). La portò ad evitare il suo sguardo mentre una sensazione strana e pesante serpeggiava nel suo addome. Non era qualcosa con cui Sugar aveva familiarità: rimaneva un sentimento mai provato prima, molto simile a quando aveva rotto il primo flauto di suo fratello, esasperata da quel suono peggiorato dall'inesperienza di Gawith. Lui aveva pianto per tutto il pomeriggio e non aveva più voluto giocare con lei fino alla mattina seguente. Quella era l'immagine più vicina a cui Sugar riusciva istintivamente a pensare mentre ascoltava il tono di voce di Caledon e le sue parole. Naturalmente non sapeva di cosa stesse parlando: oltre al fatto che il loro odio era stato testimoniato più volte sugli spalti di Quidditch, non potevano certo cambiare rotta in quel momento. E in ogni caso, non voleva seminare alcun dubbio, in nessuno. Non poteva sopportare l'idea.
Il tocco di lui sulla gamba arrivò inaspettato, deciso ma non brutale. Per un momento, tutti i pensieri di Sugar vennero cancellati mentre la sua attenzione veniva interamente reclamata da lui, dalle sue dita e dai suoi occhi. Sugar lo guardò, dimenticandosi perché non volesse andargli vicina in pubblico, rivolgergli un saluto, andare al ballo con lui e continuare a guardare quegli occhi per il resto della serata. Si ricompose, ricordando la futilità e l'assurdità di quei pensieri.

- Tu, lo studente migliore della scuola? -

Non riuscì a nascondere la sorpresa. Caledon non le aveva mai dimostrato di essere un alunno modello, quanto piuttosto il contrario. Sugar non credeva che il Corvonero possedesse un acume notevole, e non gli credeva quando rivendicava quel podio. Di sicuro stava collezionando Scadente dopo Scadente e mai e poi mai avrebbe potuto sognare di diventare un Pupillo. Sorrise, divertita.

- Se pensi di essere in grado di punirmi e controllarmi... - disse, assottigliando le labbra. - Ma riserverò comunque alcuni trattamenti speciali per quando davvero te li sarai meritati. -

Sapeva bene quanto lui ne stesse anelando alcuni, e quanto lei voleva farlo lavorare prima di ottenerli. Lo guardò, continuando quel breve sorriso sul volto. Era chiaro che non si aspettasse una tale capacità da lui, ma era anche intenzionata a dargli quella possibilità. Dopotutto, la prospettiva era invitante per lei, tanto quanto l'idea di sentirlo affondare le mani sui suoi fianchi e i suoi denti sulla spalla. Potevano fare un tentativo e, alla peggio, Sugar sarebbe passata oltre, come aveva sempre avuto intenzione di fare.
Nel sistemarsi i capelli sulle spalle, il suo sguardo incontrò il paesaggio blu. Si spostò una ciocca dietro l'orecchio e si voltò verso Caledon, guardandolo per qualche istante prima di avvicinare il viso al suo e baciarlo lentamente, seguendo l'inspiegabile bisogno di sentirlo vicino.

- Potrei volere una boccata d'aria durante il ballo... - mormorò - ... e il Lago mi è sempre piaciuto di notte. -
 
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view post Posted on 27/10/2023, 10:49
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Afferrarle il polpaccio gli era servito per mantenere la calma, non dare di matto e mantenersi orientato non solo in quello studio, ma anche e soprattutto nella porzione del mondo esterno che Caledon aveva voluto portare lì dentro e che Sugar aveva prontamente rispedito fuori, ma lui ci si era comunque buttato dentro prima. Non gli era mai piaciuto l’esterno. E, in verità, non gli era mai piaciuto neanche l’interno, se lo si intendeva come l’abitazione della sua famiglia a Hogsmeade. Era sempre stato un solitario e la gente lo faceva incazzare, ma con Sugar Mandylion si stava trovando bene. L’ideale per lui, dunque, era che rimanessero entrambi in una dimensione solo loro e in verità l’idea della segretezza lo eccitava parecchio, ma aveva comunque tentato di portare Sugar allo scoperto. Forse perché voleva esibirla come un trofeo, far capire a Desmond che era proprio lei la ragazza con cui lui andava a letto, e far incazzare sua madre che odiava Kedavra Mandylion e non l’avrebbe mai voluto vedere con la figlia. E poi perché, in fondo, lui non condivideva del tutto la posizione di Sugar, ma stava cercando di farlo, anche se per lui non avrebbe fatto differenza ballarci insieme o partecipare in coppia a uno stupido torneo di Gobbiglie.

– Quando ti ho detto del ballo, sembrava ti fossi materializzata a un funerale. Non puoi dire che non ti ho impressionato. Mi spetta un premio. Il premio.

Serrò la stretta sulla gamba di lei e la guardò con il sopracciglio destro leggermente incurvato verso l’alto. Non era tanto introspettivo da capire se dovesse sentirsi ferito o offeso dal rifiuto di Sugar, ma era invece molto più sicuro che ne avrebbe tratto il massimo vantaggio per sé.
Tornò a vederci più chiaro quando lei lo baciò. Lui la ricambiò con qualche secondo di ritardo, ma più sereno, come ogni volta che i loro corpi si incontravano.

– Ricevuto. Vedremo.

Neutrale e non sapendo se interpretare quell’indicazione di Sugar come un’apertura, si limitò a stamparle un bacio e a tirarla a sé. Si sarebbe vissuto quel rapporto segreto con più leggerezza e senza fare progetti (se non quello di masturbarsi più spesso per evitare di sbavarle addosso se l’avesse incontrata per i corridoi di Hogwarts, per Merlino maledetto). Avrebbero quindi deciso sul momento se cercarsi o no al ballo, mentre ora Caledon aveva l’urgenza di abbandonare quel posto troppo privato e personale di Sugar e di riavvicinarsi a lei per ritrovare il proprio baricentro dopo quella discussione che, anche se non ne comprendeva le ragioni fino in fondo, l’aveva scombussolato.

– Andiamo a rilassarci in camera. Tra poco vado.

Senza attendere una risposta, la prese in braccio e si alzò con lei dal letto, pronto a lasciarsi le lenzuola bianche e il dipinto blu alle spalle, e ritrovare invece la più famigliare testiera di legno nel letto qualche muro più in là.

[Continua qui.]

 
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view post Posted on 7/11/2023, 10:43
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[Continua da qui.]



Avevano dormito abbracciati, quasi come se fossero stati una vera coppia e non quell’agglomerato di odio e passione, segreto e con scadenza, che erano in realtà. Sugar era stata estremamente chiara su quel punto e Caledon si era limitato ad accettare le sue disposizioni, dopo averle strappato una promessa che gli avrebbe dato maggiore spazio in quei luoghi segreti in cui si sarebbero incontrati.
Dopo quello scontro, avevano fatto sesso per tutto il giorno, letteralmente tutto il giorno, ma, probabilmente inebriato da quel sesso, avevamo anche parlato e si erano sbilanciati in confessioni e confidenze. Si erano conosciuti più a fondo, e non solo attraverso i loro corpi.
Guardava il soffitto con lei ancora tra le braccia, quando quelle considerazioni si affacciarono nella sua mente. Decise, dunque, che fosse davvero arrivato il momento di alzarsi. Non sarebbe rimasto a guardarla mentre dormiva, se lo vietò nel momento in cui, voltandosi verso di lei che lo abbracciava stretto nel mondo dei sogni, lui riuscì solo a pensare che fosse bellissima e che sarebbe rimasto in quel letto per altre quarantotto ore almeno.
Evitò di grugnire per non svegliare lei, ma quella separazione era quasi uno strazio dopo tutte quelle ore insieme. Invece, si sfilò delicatamente dalla sua stretta e recuperò i propri indumenti sparsi per la camera da letto e per il bagno, dove castò un altro paio di incantesimi per sistemare meglio e riportare la vestaglia di Sugar nella sua camera. Quando si fu rivestito, gattonò sul letto per non commettere lo stesso errore dell’ultima volta. Non se ne sarebbe andato mentre lei dormiva.
Le salì sopra, senza però poggiarsi di peso su di lei, e prese a lasciarle una scia di baci umidi sul volto, sul collo e sul petto.

– Devo rientrare al castello.

Disse con la voce un po’ roca per il sonno che aveva appena accantonato, mentre risaliva fino all’orecchio che prese a infastidire con la lingua per svegliarla. Le tolse poi di dosso la coperta e scese a lasciarle un piccolo morso sulla natica, che poi però massaggiò quasi con cura e sicuramente con divertimento.

– Allora ci vediamo la sera del ballo.

Solo dopo aver ricevuto una conferma da parte di Sugar, Caledon le avrebbe concesso di nuovo le coperte del letto e solo allora lui avrebbe lasciato il numero diciannove per tornare al castello, il sonno alle spalle e il corpo più teso perché, lo sapeva, quando tornavano a essere due persone distinte e i confini dei loro corpi non si confondevano l’uno nell’altro, nulla era più certo.
 
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view post Posted on 7/11/2023, 12:41
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Quando Caledon la svegliò dopo ore di sonno profondo tra le sue braccia, Sugar mugolò rifiutando di lasciare il dolce dormiveglia che l'aveva avvolta. Strinse appena le dita intorno al suo polso, a malapena registrando ciò che lui le stava dicendo. Riconobbe solo la parola castello, e sapeva che significava che Caledon se ne sarebbe andato. Cercò di trarlo a sé per impedirglielo, gli occhi ancora chiusi mentre seguiva solo il bisogno di sentirlo con lei. Le sembrava irreale che lui non fosse più nel suo letto, e non poteva smettere di toccarla e ricoprirla di baci.

- Resta con me, Cal... - mormorò nel sonno.

Non seppe se lui la udì, e non ne conservò il ricordo. Scivolò di nuovo nel sonno, esausta, fino a quando non si risvegliò a tarda notte per ricordare le sue parole e il suo saluto. Rimase a lungo a guardare il soffitto della sua camera, avvolgendosi nelle coperte mentre un senso di freddo intenso la invase da capo a piedi. Voltò lo sguardo sul cuscino accanto a lei, dove Caledon aveva riposato fino a qualche ora prima. Vi si spostò sopra, segretamente, respirando a fondo nel riconoscere il suo odore. Era un gesto estremamente stupido da fare, ma Sugar non riuscì a resistere. Lo spazio lasciato da lui era ancora caldo e accogliente, ma per qualche motivo la sensazione di vuoto e freddo aumentò dentro di lei.
 
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