Toscana

Insieme per Beirut: dalla Fondazione Il Cuore si scioglie 50.000 euro per il recupero del Convento di San Giuseppe

In Libano, a Beirut, dal 4 agosto, data della violentissima esplosione che ha causato oltre duecento vittime, migliaia di famiglie sono rimaste senza un tetto, senza cibo e senza cure mediche. La Fondazione Il Cuore si scioglie, che già da anni sostiene progetti di adozioni a distanza nel Paese, ha quindi deciso di mettere a disposizione un contributo di 50.000 euro per fronteggiare i bisogni primari dei cittadini di Beirut, ma soprattutto di sostenere, insieme all’Università di Firenze attraverso lo spin off DiaCon srl, la fase progettuale del recupero del convento di San Giuseppe, edificio di interesse storico artistico che si trova a 800 metri dal porto ed è stato gravemente danneggiato e reso inagibile dall’esplosione.

 

L’iniziativa della Fondazione si articola in un contributo di 25.000 euro al partner di Arci Toscana in Libano Renè Moawad Foundation, mentre altri 25.000 euro vengono destinati ai Padri Francescani in Terra Santa attraverso la Fondazione Giovanni Paolo II.

 

Lo stanziamento della Fondazione Il Cuore si scioglie verrà utilizzato per soddisfare le esigenze primarie di cibo e cure delle persone che hanno perso casa e reddito a causa dell’esplosione, con una particolare attenzione al supporto psicosociale per i bambini, alla scuola e alle attività per i più giovani.

Nel dettaglio, il progetto della Fondazione Renée Moawad si concentra nei quartieri colpiti dall’esplosione, in particolare nelle zone più povere e multiproblematiche, e prevede un servizio di supporto psicosociale per bambini e famiglie specializzato, intensivo e a lungo termine, aiuti materiali per le famiglie in difficoltà e sostegno scolastico e attività di educazione non formale per i bambini e le bambine il cui percorso scolastico è stato interrotto dalle esplosioni – al link https://we.tl/t-xRQPdziBQv alcune immagini fornite dalla Fondazione.

Il progetto dei Padri Francescani in Terra Santa prevede la fornitura di cibo e kit igienici per le persone più vulnerabili in Libano per una durata di sei mesi, fino a febbraio 2021, per circa 600 famiglie e 2.400 beneficiari.

 

Parallelamente, la Fondazione Il Cuore si scioglie e l’Università di Firenze attraverso DiaCon srl, spin-off specializzato in servizi per la diagnostica del patrimonio architettonico mediante l’utilizzo di metodologie e tecniche innovative e nel progetto di conservazione del patrimonio artistico e monumentale, si impegnano per realizzare un progetto di recupero del convento di San Giuseppe, edificio di interesse storico artistico che si trova a 800 metri dal porto ed è stato gravemente danneggiato e reso inagibile dall’esplosione.

La Fondazione coprirà le spese di mobilità ed eventuali indagini diagnostiche specialistiche, mentre lo spin-off DiaCon, operando all’interno del ruolo e dei temi specifici della Terza Missione dell’Università di Firenze, si impegna a elaborare gratuitamente un progetto di restauro del Convento, anche nell’ottica di reperire ulteriori finanziamenti per l’intervento operativo. Il progetto infatti sarà interoperabile e metterà in collegamento tecnici libanesi e esperti dell’Università di Firenze.

 “In questo modo la Fondazione si impegna per dare un supporto immediato per le necessità imminenti di quanti si sono trovati senza casa e senza risorse, senza cibo, medicinali, acqua ed energia elettrica dopo l’esplosione e sostiene una idea di rinascita della città di Beirut, attraverso il progetto di restauro di un bene artistico fondamentale per la città, che è anche luogo di incontro e aggregazione. L’intervento ha infatti un duplice valore: sociale e culturale. Oltre a dare risposta alle prime necessità di Beirut, segnalate dalle associazioni legate a Arci Toscana e ai Padri Francescani in Terra Santa, l’intervento di sostegno a bisogni primari di bambini e cittadini di Beirut si arricchisce di un ulteriore contributo, quello di DiaCon, per promuovere una idea di ripartenza della città” fanno sapere dalla Fondazione Il Cuore si scioglie.

“Fin dalle prime ore dell’emergenza i partner di Arci Toscana in Libano sono intervenuti per fornire assistenza medica, cibo e riparo alle vittime – afferma Gianluca Mengozzi, presidente regionale Arci Toscana – ma ancora oggi, a distanza di più di un mese dalla catastrofe, la capitale libanese sta continuando a vivere un incubo: oltre il 55% della popolazione è intrappolata nella povertà e lotta per garantire i beni di prima necessità. La povertà estrema è aumentata, dall’8% nel 2019 al 23% nel 2020 e si prevede che aumenterà ancora di più nel prossimo anno. Inoltre, i casi di COVID-19 sono raddoppiati dal momento delle esplosioni, portando a un nuovo lockdown. Per questo ringraziamo la Fondazione Il Cuore si scioglie per il prezioso supporto, che andrà nella direzione di aiutare soprattutto giovani e giovanissimi”.

 

“L’esplosione del 4 agosto ha fortemente colpito tutta la città, anche coloro che non sono stati messi a rischio immediato dall’esplosione. Le case sono inagibili, mancano acqua ed elettricità, i bambini sono rimasti particolarmente traumatizzati. In un contesto in cui la gente stava già lottando per pagare gli affitti e per comprare il cibo per sfamare la propria famiglia, l’esplosione ha ulteriormente aggravato la situazione. Vogliamo quindi ringraziare la Fondazione Il Cuore si scioglie per il contributo che servirà a dare risposte essenziali alle richieste dei cittadini e a poter progettare il recupero del convento di Beirut, fortemente lesionato” fanno sapere Renato Burigana della Fondazione Giovanni Paolo II e i Padri Francescani in Terra Santa.

 

 “DiaCon si inserisce all’interno di questa iniziativa avendone accolto fin dal primo momento il grande significato culturale e sociale oltre che un forte impatto emotivo. L’impegno che ci assumiamo è quello di mettere a disposizione, con uguali motivazioni, le nostre competenze per l’analisi approfondita del livello di danno presente sulle strutture storiche del Convento di San Giuseppe, duramente colpito della terribile esplosione dello scorso 4 agosto, finalizzando tale studio alla successiva redazione di un progetto di recupero dell’intero manufatto. La partecipazione di DiaCon, anche in rappresentanza dell’Università di Firenze, si colloca a pieno titolo, in questa importante occasione, all’interno del ruolo e dei temi specifici legati al trasferimento della conoscenza propri della Terza Missione” dichiara il professore Giacomo Tempesta, direttore tecnico di DiaCon.